Nella suggestiva cornice della Casa Museo El Romeral di Madrid, si è celebrata l’XI edizione delle Medallas de Oro Mayte Spínola, un evento che, ogni anno, premia con gratitudine chi ha saputo dedicare la propria vita alla cultura, alla scienza, alla solidarietà e alla bellezza del sapere condiviso.
Tra i premi assegnati quest’anno, uno dei riconoscimenti più significativi è andato alla Fundación Escultor Berrocal, guidata da S.A.R. Maria Cristina Blais Sajonia-Coburgo de Braganza, vedova del celebre scultore spagnolo Miguel Berrocal. La fondazione ha ricevuto la Medalla de Oro nella categoria Scultura per l’instancabile lavoro di conservazione, valorizzazione e divulgazione dell’eredità artistica di Berrocal — un impegno che Maria Cristina porta avanti con dedizione, sensibilità e profondo senso di responsabilità culturale.


Un amore che diventa missione culturale
Per Maria Cristina de Braganza, questo riconoscimento non è soltanto un premio al lavoro istituzionale, ma anche un tributo al suo percorso personale, fatto di dedizione silenziosa, di cura quotidiana, di memoria trasformata in futuro. Come presidente della fondazione, ha saputo trasformare il dolore della perdita in un progetto vivo, concreto, condiviso: mantenere accesa la scintilla creativa di un uomo che ha cambiato per sempre il linguaggio della scultura contemporanea.
Con dolce fermezza e una visione chiara, Maria Cristina ha guidato la fondazione in questi anni promuovendo mostre, programmi educativi, collaborazioni internazionali e soprattutto valori: quelli dell’arte che unisce, che apre, che emoziona.
A lei è stata consegnata la medaglia da Mayte Spínola, artista e mecenate, e dallo scultore Diego Canogar, assieme a un diploma simbolico e a un’opera pittorica donata dalla stessa Mayte Spínola: un gesto di affetto e stima verso una donna che ha fatto della cura dell’arte la sua missione.
La Fundación Escultor Berrocal: proteggere l’anima di un’opera
Fondata nel 2007, la Fundación Escultor Berrocal nasce per custodire non solo le opere, ma anche lo spirito visionario di Miguel Berrocal: un artista capace di fondere matematica, architettura, scultura e poesia in una sola forma. Le sue opere, smontabili, interattive, intime e complesse, riflettono un pensiero che invita a guardare oltre la superficie, ad avvicinarsi all’arte come a un enigma da vivere e toccare.
Maria Cristina ha saputo dare continuità a questo pensiero, trasformando la fondazione in un luogo non solo di conservazione, ma di rinascita e dialogo. Oggi la sua attività è punto di riferimento per studiosi, musei e appassionati in tutto il mondo. L’apertura del Museo Berrocal a Villanueva de Algaidas, paese natale dello scultore, è il simbolo concreto di questo impegno.
Un ponte tra Spagna e Italia
È impossibile parlare di Berrocal senza evocare l’Italia. Fu infatti in Veneto, a Negrar (Verona), dove l’artista visse e lavorò per più di quarant’anni, creando alcune delle sue opere più importanti. È qui che si costruisce anche il legame profondo tra Maria Cristina e la comunità italiana, un legame fatto di affetto, collaborazioni artistiche e memoria condivisa.
Non a caso, tra i premiati della cerimonia, figuravano anche numerosi protagonisti italiani nel campo della filantropia, del design e dell’architettura: Teresa Sapey, il Marchese Federico Spínola, la Contessa Caroline Marzotto, Cristina Benetton. Un omaggio all’amicizia culturale tra i due Paesi, che Berrocal ha saputo rappresentare con naturaleza.
Il ComItEs di Madrid, celebra un esempio di impegno culturale e umano
Il ComItEs di Madrid si unisce alle congratulazioni per Maria Cristina de Braganza, donna di grande sensibilità e visione, che ha fatto dell’arte una forma d’amore e responsabilità. Il premio ricevuto non celebra soltanto un progetto culturale ben riuscito, ma anche una testimonianza di vita che ci ricorda come, anche attraverso una struttura scultorea, l’arte possa parlare di eternità, memoria e futuro.
Grazie, Maria Cristina, per custodire con tanta grazia il cuore di un’eredità che appartiene a tutti.


